martedì, giugno 27, 2006

 

Alla luce dei fatti, una riflessione



Si una riflessione! ma non la devo fare io, la devono fare i clienti italiani: si devono sedere a tavolino con i direttori creativi della loro agenzia di riferimento e gli devono chiedere: "Perchè con le pubblicità che HO SCELTO non vinciamo a Cannes?". La risposta sarà sempre e solo una: "Perchè ti caghi sotto!". E' la realtà del mercato pubblicitario italiano: i clienti non osano, puntano sulla campagnetta stereotipata che gli mantiene la sua awareness e niente più, non osano anzi se potessero farla loro la farebbero. Ma se ci sono dei professionisti della comunicazione perchè non utilizzarli al 100%? perchè gli altri paesi stravincono a Cannes e noi prendiamo sempre le briciole, tranne un oro che se non ci fosse stato il giurato italiano della JWT non l'avremmo neanche preso.
Io divido le pubblicità in 2 tipi: quelle che fanno vendere e quelle che fanno vincere a Cannes. Ma quest'ultime sono solitamente pubblicità istituzionali, capaci di coinvolgere il consumatore e fargli abbracciare il mondo creativo e ricco di valori che sta dietro al brand. E allora: perchè non osare? non dico di fare 12 campagne l'anno su questo stile, ma una ogni due anni si! L'investimento sicuramente non è spropositato in confronto a quelli solitamente proposti: Honda vince ogni anno e fa, per il 90% dei casi, pubblicità di prodotto tipiche del primo tipo. Adidas e Nike le fanno ormai solo del secondo tipo, perchè come già spiegato, vendono mondi e ideali.
Ma ora ditemi se Knorr Italia non può fare come Knorr Argentina (2 splendidi argenti a mio parere): vendere emozioni e unire due persone distanti con la minestra! Un po' alla telecom videotelefono, ma con questo è facile, provate a farlo con un dado da cucina! Quà c'è veramente il colpo di genio che è il manifesto del mio blog. Fantastico associare il zuppa-amore, che verrà completato dal consumatore riconducendolo in Dado Knorr. Ma questo vince a Cannes, e Unilever è uguale in tutto il mondo.
Allora perchè in Italia il cliente si caga sotto? Perchè non capisce che se si distingue dalla marmellata pubbliitaria ne ha solo da guadagnarsi, visto che spende milioni per 30" scontati e stereotipati in prime time?
Non dico di fare il capolavoro della Foster, ma osare di più e non vincolare troppo l'agenzia, che è professionista di questo campo.
C'è anche da dire che la creatività italiana fa riferimento a uno scenario, stile, storia e cultura italiana, difficilmente concepibile negli altri paesi... Questo è giustificabile fino ad un certo punto, perchè vi ricordo che Villaggio Sole piatti e Lopez Telecom furono ori...
Riflettete cari clienti, riflettete, e magari fatevi spedire il cd ufficiale coi premi di Cannes 2006. Con 100 euro ve la cavate!

Comments:
Spendere è un pò così...
ma se fa guadagnare!
 
pazzesco!!! abbiamo avuto lo stesso pensiero! ma allora, mi chiedo io, se siamo già in due a pensarla così, non sarà che questo è un pensiero generalizzato che però nessuno osa esprimere?
mah!
cri
 
Non osa nessuno perchè sanno di giocarsi il posto...! Sia il cliente che il pubblicitario...
 
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